Google Consent Mode V2 – Spiegato bene

google consent mode V2

Avrete sicuramente letto del lancio, del Google Consent Mode v2 (o versione 2) per i cookie. Si tratta di una soluzione finalizzata a gestire i cookie in modo più flessibile per le aziende e più aderente alle normative vigenti e future come il Digital Management Act.

Dal 6 dicembre è disponibile il supporto per la versione 2 del consenso ai cookie di Google, che sarà reso obbligatorio da Marzo 24 sui siti che utilizzano servizi di BigG. Consiste nella possibilità, qualora l’utente lo scelga, di comunicare in maniera più diretta e granulare i permessi che poi il Google Tag userà per mandare i dati a Google che li implementerà nei diversi prodotti (adv, shopping, remarketing, etc). Tale nuova modalità è dovuta al Digital Management Act che entrerà in vigore a Marzo in Europa e che va a colpire i sei più grandi player dello scenario ICT; in pratica la UE ha deciso che gli incumbent devono fornire garanzie aggiuntive sull’uso dei nostri dati in determinati settori e contesti.

Google, uno dei sei player attenzionati dalla UE, ha deciso di anticipare i tempi del DMA, introducendo una nuova versione del suo consent mode, denominata V 2 (versione 2), che presenta miglioramenti rispetto alla precedente introducendo due nuovi parametri:

  • ad_user_data: è l’interruttore che indica a google la possibilità di ricevere i dati per scopi pubblicitari.
  • ad_personalization: controlla la possibilità di di attivare il remarkerting.

La caratteristica più rilevante del nuovo sistema è la capacità di adattare dinamicamente il comportamento dei cookie in base alle scelte esplicite degli utenti riguardo al consenso. Dopo l’accesso al sito gli scenari possibili sono due a seconda di come avete configurato il vostro sito:

  • Modalita Base – L’utente da il proprio consenso/nega i cookie: il vostro sistema di gestione del consenso (in gergo CMP, Consent Management Platform) invia a Google un flag positivo/negativo, e in caso di rifiuto non viene attivato (in gergo fired) ne il Google Tag, ne i tag di GA4. In tal caso non potete tracciare l’utente e le sue attività sul vostro sito, e perderete di vista ad esempio eventuali conversioni.
  • Modalità avanzata – L’utente da il proprio consenso/nega i cookie: il vostro sistema di gestione del consenso (in gergo CMP, Consent Management Platform) invia a Google un flag: se positivo vengono attivati tutti i tag, se invece viene negato non vengono attivati i tag, ma viene inviato a Google un flag che indica la possibilità di usare dati anonimi non legati al cookie, per raccogliere dati sul suo comportamento in modo anonimo.

Impatti Operativi e Vantaggi

L’impatto di questa nuova modalità sulle attività di marketing digitale è enorme e deve essere implementato nelle diverse proprietà web che gestite il prima possibile. I vantaggi sono chiari, perchè la possibilità di recuperare parte del comportamento utente, comprendendo quando questo compie una determinata azione anche avendo negato il consenso, è oviamente indispensabile alla misurazione dei risultati di qualsiasi attività. Google stima in circa il 65% la percentuale di recupero del tracciamento delle azioni utente provenienti ad esempio da un annuncio. Chiaramente qualora non venga implementata, da Marzo Google impedirà qualsiasi ulteriore raccolta dati da siti che utilizzano le sue tecnologie di ADV e sarete tagliati fuori da qualsiasi servizio (o meglio, che adv fate se non sapete se converte?).

Avevamo prima accennato al ruolo dei CMP (consent management platform): si tratta di terze parti, selezionate e garantite da Google tramite badge di compliance, che svolgono molti dei lavori per voi. Io in particolare uso Iubenda: in generale se avete un sito basato su wordpress esiste anche un plugin ed è molto semplice da configurare. Complicarsi la vita scrivendo codice, gestendo i consensi etc non ha alcun senso. Ha senso invece poi personalizzare l’implementazione.

Quanto costa? Con la rivoluzione dei piani degli scorsi mesi partite da zero, ma ci sono piani da 4.99€/mese a salire. Se usate questo link otterrete uno sconto del 10%: io lo uso per i miei clienti da alcuni anni e posso dire di essere abbastanza soddisfatto. Ovviamente in giro ci sono altre soluzioni ma loro sono particolarmente focused sul mercato italiano e usandoli anche per la compliance al GDPR mi è sembrata la scelta più logica.

Conclusioni

Lo scenario futuro diventa sempre più tecnico e regolamentato, studiare, scoprire, implementare è mettere le mani in pasta è ovviamente l’unica cosa possibile. Configurate quindi i vostri siti con la consent mode V2, fatelo in modalità advanced, e fatelo al più presto: il mercato non aspetta, la concorrenza nemmeno.

Se avete dubbi lasciate un commento e sarò felice di rispondere, se l’articolo vi è piaciuto condividetelo con gli amici.

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