Net Neutrality: Intervista a Stefano Quintarelli

Inauguriamo con questo articolo una nuova rubrica del blog: “le interviste possibili2. Iniziamo con Stefano Quintarelli (http://blog.quintarelli.it/), uno degli uomini chiavi della rete italiana, cofondatore di I.NET, ed evangelista della libertà della rete.

Poche domande per capire uno dei temi meno noti, ma più importanti per il futuro della rete.

Grazie Stefano per averci concesso questa intervista, e veniamo subito al nodo principale: cos?è la neutralità della rete?
La neutralità della rete è una delle più grandi minacce che internet si sta trovando ad affrontare: Internet e’ nata “stupida”, una rete che non interviene nelle comunicazioni, le trasporta solamente, e l’intelligenza, l’elaborazione sta in periferia. Chi ha notevole forza di merctao potrebbe essere incline a usare pratiche anticompetitive per garantirsi meglio della concorrenza, ad esempio intervenendo sulle comunicazioni per privilegiare i propri contenuti a scapito di quelli di altri. I modi sono difversi, da tecnologici (con dei filtri) a tariffari (con differenziazione di prezzo) In ultima analisi potrebbero decidere cosa viene visto su internet e cosa no perche’ relegato in una periferia poco performante o troppo costosa. Pensate allo scenario di un rete non neutrale: discriminazione dei contenuti (il mio sito viaggia alla velocità della luce, un altro nemmeno carica), fare circolare solo i siti che decidono i grandi network, qualsiasi nuova iniziativa per poter entrare nelle preferenze degli utenti deve chiedere il permesso, il “bollino blu” all’operatore, o magari comprarlo…

Cosa ci guadagnerebbero le telecom?
Semplicemente tutto. Davvero, nel senso che diventerebbero de facto i proprietari di internet: potrebbero decidere di fare pagare una “tassa” sulle mail inviate, fare vedere al pubblico solo i contenuti dei grandi network, fermare ogni iniziativa giudicata scomoda o concorrenziale, intervenire sui contenuti scomodi al potente di turno. sarebbe la morte di internet. Non sarebbe tutto immediato, ma alla fine il processo porterebbe a questo. Ricordo che i Pearl Jam lamentano che una loro canzone che criticava Bush, durante un concerto reso disponibile live su Internet da AT&T, e’ stata “tagliata”.

Quali sono le contromisure da prendere allora? Il wimax potrebbe essere una soluzione?
Purtroppo no. Il wimax e’ una tecnologia che tocchera’ una quota minoritaria degli utenti per cui la stragrande maggioranza degli utenti il rischio lo avrebbe lo stesso. Alcuni ritengono che la stampa italiana sia asservita ai grandi poteri, che ci sia una crisi dell’informazione al di fuori degli schieramenti e delle lobby economiche e politiche. Chiediamoci: e’ sempre stato cosi’ ? e se no, come siamo arrivati a questo punto ? La risposta secondo alcuni e’: un giornale per volta, un giornalista per volta.
La soluzione è una e si chiama ?one network, bitstream access?: paroloni per dire che la rete, auspicabilmente in fibra fino a casa di ogni utente, pur di proprietà eventualmente privata, deve essere considerata un bene pubblico, utilizzabile cioè di qualsiasi operatore voglia accedervi a condizioni certe, e garantite. Senza ?magheggi? che decidano cosa possa transitare e cosa no, che ogni bit trasmesso, se amico costi poco e uno avversario costi molto.

Ringrazio Stefano per l’intervista e invito tutti a riflettere sul tema…

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