Difendere la Rete: la rivoluzione non è un pranzo di gala. UPDATE

“La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia, la rivoluzione è un atto di violenza.” Mi piacerebbe portare questo punto di vista ad un convegno cosi importante come quello di oggi che seguo alla Camera dei deputati. Ahime sarà impossibile, non mi resta che fare liveblogging.Ore 14.10 – Iniziamo malissimo: sotto una discreta pioggia non si può ancora accedere al parlamento.

Ore 14.30 – Siamo dentro, nella sala della regina. Prendo le credenziali per la connessione wifi. La rete non va. Provo, riprovo, il problema sono i certificati inaffidabili, aggiungo eccezione e sono dentro. Condividono la mia sorte moltissimi, solo Nicola Mattina naviga senza nemmeno bisogno di login. C’è qualcosa di marcio in Danimarca 🙂

ore 15.08 – Tutti dentro, inizia Riccardo Luna di Wired Italia. Fuori, voci di file interminabili. Luna “E’ un grande momento”.

ore 15.12 – Fini “siamo felici di ospitare un convegno con un titolo cosi impegnativo. Prendiamo posizione a favore della difesa della rete (..)”. Un pò di confusione sul termine nativi digitali: no, non l’ha inventato Don Fortunato di Noto. Molto apprezzata la frase “Anziche lo specchietto retrovisore, la politica dovrebbe guardare avanti. Se no perderemo i giovani. Non dobbiamo rimanere prigionieri dell’arretratezza culturale: le posizioni di retroguardia vanno superate, se no il paese resta indietro.  Bisogna rafforzare il diritto alla libertà in rete, sostenere le raccomandazioni del parlamento europeo al consiglio dell’anno scorso: dobbiamo mantenere la libertà piena dell’espressione in rete ed evitare restrizioni mascherate da altro. Internet può essere uno strumento per istigare al crimine, ma ha al suo interno gli anticorpi per combattere tali abusi. Il web può e si deve autocontrollare, anche attraverso il rafforzamento delle collaborazioni transnazionali. Non dimentichiamo che internet è strumento di libertà e conoscenza, basta ricordare la Birmania, l’Iran, la Cina.”. Salta fuori la candidatura per internet al nobel della pace. Fini sostiene e sottoscrive l’appello. Parla del caso Obama di apertura della politica alla rete.

Ore 15.25 – Parla Lessig, per saperne di più vi ricordo la mia intervista fattagli nel lontano 2007. Internet is Freedom, parte bene, non c’è che dire. Racconta una storia: nel 76 ero comunista, visitai l’italia e il PCi. Nell’82 feci un viaggio in Russia,  ed Europa dell’est, avevo con me sigarette e gomme americane. Le offrivo, e non sapevano cosa fossero le gomme. 2005 in sofia visitai The Red House,  e ho scoperto che non solo conoscevano le gomme, ma che i ragazzi di li erano esattamente uguali a quelli che abitnao vicino a casa mia. Nel 2003 fui invitato ad una conferenza di Viacom in scottdsdale in arizona per parlare di copyright protection and technology. Dopo il mio intervento uno degli ascoltatori cinesi disse: “aspettiamo che muoia il vostro modello, poi arriveremo noi” . Nel 2001 in Francia ad Avignone parlai dei problemi del copyright, mi dissero: “il miglior discorso mai sentito, ma non sono d’accordo con niente di quello che ho sentito”. Perche? Perchè portai un discorso a favore della morte dei dinosauri.

Legiferiamo per noi, contro le nuove idee della rete. Vi ricordo che non vinceremo, e che i veri dinosauri che moriranno sono quelli dei discorsi precedenti.

Internet non è una applicazione, mercato, internet consente tutto. Permette quindi, innovazione, di ogni genere, buona, cattiva, spam, virus, ma google e facebook. Per capire ricordate il buono e il cattivo della rete. Innovazione, creatività nuove sfide commerciali, il copyright ha aiutato tutto questo,  ma poi tutto sono arrivati gli amatori che hanno fatto le cose per l’amore delle cose. E cosiscatta l’operaizone nostalgia, difesa del passato, come accadde quando provarono a proibire i primi grammofoni, citando addirittura il fatto che saremmo rimasti tutti muti, ascoltando le macchine. Passa anche un attimo dello spot Apple 1984. e del video canon in D di pachebel. e di altri video, per mostrare la contaminazione che solo la rete riesce a creare moltiplicando la creatività non fermandola. Invece di rimanere zitti, come preventivato e come vogliono fare credere ancora adesso, la creatività esplode. Youtube produce 20 ore di video al minuto, che è buono, con volazione del copyright, che è male. Chi ha ragione? So che hanno torto gli estremi e che la musica digitale cresce del 940% in dieci anni.

Il giornalismo non è immune, e vede nuovi moelli come blog e wikipedia. Il male è la pressione che alcuni servizi di aggregazione mettono on line. Ma è male? No, la rete incrementa la pressione sulla stampa per avere qalità, verità, trasparenza. Trasparenza web che con Obama ha avuto il suo massimo a livello politico. E cosi simili iniziative private. Sono l’essenza dela democrazia.

Il costo, c’è ed è reale però, alla trasparenza, segue il cinismo, alla creatività una perdita di guadagni. Bisogna non fidarsi di uno o dell’altro o scegliere, ma di integrare. Come? Per il copyright con la compensation , per il giornalismo con il supporto pubblico, per la trasparenza riformando i compensi dati ai candidati per la campagna elettorale, rendedoli cosi piccoli da esssere utili ma non impositivi.

Se non si capisce che la tecnologia non è totalitarismo, e che una maggiore forza equivale a meno regolamentazione, fallieremo semrpe nel cambiare e rinnovare. La guerra contro Internet è una guerra contro i nostri figli, corrode alle basi la democrazia. Cos’è dunque la libertà? Proteggere il bene, minimizzare il male, niente guerre di posizione, umiltà nelle regole.

Ore 16.20 – Quintarelli parla delle regole della rete, e del parlamento che interagisce con la rete. Mi aspetto faville. Speriamo. Partiamo con Google e Vividown, Quintarelli prudente, aspetta le motivazioni della sentenza. Gli americani hanno vissuto questa decisione come al di là del bene e del male. Le regole nuove ci vogliono, ma le vecchie sono sempre valide finchè esistono. In dieci anni internet ha creato rivoluzioni, ma noi non siamo cosi veloci con le leggi. Partecipare è più facile, e resistere alla tecnologia è futile (ricorda un pò la frase dei borg). Sono problemi che sono anche opportunità. Parlando di regole quindi è necessario che chi legifera ascolti.

Ore 16.28 – Juan Carlos de Martin perchè vediamo i rischi, ma non le opportunità? Internet in Italia ha molti problemi, bassa cultura digitale, e qui la politica deve intervenire. Bisogna educare ad usare e leggere internet. (Francamente non sono d’accordo con questo approccio, la libertà non è spingere ad una interpretazione della rete, ma lasciare che ognuno con i suoi strumenti se ne faccia un’idea propria). Concordo sul fatto che bisogna specificare i diritti, per poterli difendere.

Ore 16.40 – Termina il mio liveblogging non la conferenza. Credo che il succo sià abbastanza delineato. A breve le mie conclusioni.

EDIT ore 23.27 Purtroppo una batteria non basta, c’è poco da fare. Se a questo si aggiunge un aereo all’ora sbagliata saprete perchè il live si è interrotto. Non vi tedio con altr econsiderazioni otlre al materiale inserito. Vi lascio solo con il mio punto di vista: o cambiamo in modo radicale, o non andiamo da nessuna parte. Non possiamo riparare la mentalità attuale, dobbiamo sostituirla integralmente, o perderemo sempre più terreno. Più di quello che perdiamo di già.

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